Questo si riflette in tutto quello che faccio e che sono ma se sul lavoro, con le giuste cautele, può essere considerato un pregio il non fermarsi mai, il volersi migliorare, crescere, a livello personale lo scotto si paga eccome.
E quindi se ho sempre pensato di sapere cosa avrei voluto fare e come, la stessa cosa mi era molto meno chiara in ambito personale portandomi a prendere delle cantonate colossali, delle decisioni sbagliate o comunque vivendo in un perenne stato di ricerca che,di tanto in tanto, veniva alleviato.
Ho ripensato a questa cosa a un concerto a cui siamo stati un paio di settimane fa, quello di Davide Van de Sfroos, complicato (nel linguaggio) ma raffinatissimo poeta cantautore comasco
Beh...in una delle sue canzoni racconta di lui bambino che gioca nella macchina dello zio Toni, poco più di un rottame lasciato nel fienile ma che agli occhi di un bambino diventa una fuoriserie sulla quale sfrecciare e a me tornava alla mente quando, nei primi anni 80, giocavo per ore con mio cugino Paolo su una vecchia 600 ridipinta arancione come i nostri eroi Bo & Luke Duke.
La canzone prosegue e si chiede cosa succederà una volta in fondo al prato, quando con gli anni il cancello che lo divide dalla vita verrà aperto, che strada lo aspetterà? Che macchina e amici? E chi ci sarà seduto sul sedile del passeggero?
Queste domande se le sono più o meno fatte tutte, con alti e bassi, entusiamo e delusioni e a un certo punto ci eravamo quasi convinti che il sedile del passeggero doveva rimanere vuoto o perlomeno che,nel dubbio, sarebbe stato più facile e meno pericoloso così.
Poi però, il guizzo.
"Varda cume bali bee
Cunti i anfibi e la cresta
La barbeta de rasta
E i topp soel giubètt
Sunt el re della Zoca de l’oli
E che mezz alla pista me par che me basta
Tutt quell che g’ho..."
Che sarebbe a dire che c'è un momento esatto in cui ti accorgi in cui passa la bufera e, incredibilmente, ti basta tutto quello che hai. Solo che non ci vedevi te stesso in quella scena. E invece, anfibi, cresta, barbetta da rasta e toppe sul giubbotto a parte, sei proprio tu che hai realizzato che sì...ti basta tutto quello che hai.
Per chi vuole anche sentirla eccola....DAVIDE VAN DE SFROOS

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